giovedì 18 ottobre 2012

Entropia: Imaginary Solution (1998) 2012 reissue digital format

A quattordici anni di distanza dalla sua pubblicazione in CD nell'ormai lontano 1998 vede luce in formato "liquido" il primo lavoro del gruppo romano di iper-contaminazione elettronica ENTROPIA: "Imaginary Solutions". Ormai sold-out da quasi 10 anni, Eclectic Productions ha deciso di rimetterlo in circolazione attraverso i canali di distribuzione digitale confidando nell'attualità di alcune delle soluzioni musicali ideate dalla band ai suoi esordi.



Nata dall'incontro di differenti team di musicisti, da un lato alcuni ex-membri del gruppo di sperimentazione Frammenti di Caos, dall'altro l'area di ricercatori post-rock che fluttuava attorno al Dr. Lops (membro fondatore del gruppo e dell'etichetta Eclectic) la prima formazione di Entropia agognava all'interazione fra diversi generi musicali omogeneizzati dall'adesione ad alcune forme della musica elettronica. 
Una forma di contaminazione fra elettronica, in quel momento in piena ascesa, e altri generi musicali impensabile per l'Italia del 1997, dove ogni stile sopravviveva in rigidi compartimenti stagni, e l'elettronica veniva vista con diffidenza e incomprensione.



"Imaginary Solutions" viene realizzato in una dimensione quasi corale, vengono coinvolti molti musicisti italiani in quel momento in contatto con il nucleo fondatore e vengono tentati esperimenti e collisioni stilistiche anche azzardate. Nel disco emergono quindi elementi diversi, frutto di differenti tentativi di miscelazione.
Alcuni brani sfruttano ricontestualizzazioni di frammenti di campioni di diversa provenienza, altri sono incentrati su sequenze generate dalla mitica Wavestation A/D, altri sono frutto di improvvisazioni collettive, altri ancora sono attente composizioni tradizionali pensate per un adattamento elettronico.
Il brano di apertura "VJK" è un trip hop vigoroso che si appoggia su un loop costruito dalla sequenzizzazione di parti della wavetable della Wavestation, il brano segue una delle nuove strutture formali imposte dalla musica elettronica sulle quali si incastra il groove del bassista Emiliano Cappelli, e le grida lancinanti di chitarra.



 "Snakeland" partendo da una concezione strutturale simile, esplora invece l'interazione con alcuni elementi improvvisativi del free jazz, "Propositi di Annientamento" è un brano orchestrale e oscuro,  mentre "TNK" è un dub aereo e orientaleggiante.

 "Tribals" è una suite in tre parti, frutto di improvvisazioni "strutturate", mentre "Information", "QBF" e "Le Retour a La Raison" sono brani elettronici spigolosi e frutto di una ricerca rigorosa e senza inibizioni.
 Parteciparono alle sedute di incisione il Dr.Lops alle tastiere, Roberto Pedroni ai sassofoni, flauti ed ewi akai, Emiliano Cappelli al basso elettrico, Tommaso Branca e Giulio Marini alla batteria, Carlo Martinelli alle percussioni, Amptek Alex Marenga ai sintetizzatori, chitarre e computer programming, Eugenio Vatta ai campionatori e al mixing, Marco Ronci aka NJ Marxx alle chitarre, synth analogici e computer programming, Cristina Cappellini e Roberto Laneri al canto armonico su "Tribal one". In un outake mai pubblicato delle sessioni di "Imaginary Solutions" ,ma spesso presentato dal vivo, era presente anche Filippo De Laura allo stick-bass.

L'album venne affiancato anche da un extendend play di remix di alcuni nomi della scena europea techno sperimentale Marco Passarani, D'Arcangelo, Seekness, Recycle, Amptek (aka Zyqqurat Vertigo), ADC assistente di produzione a tutta l'operazione fu Alessandro Grasselli.

Chiediamo maggiori approfondimenti ad Amptek Alex Marenga, membro fondatore di Entropia e naturalmente fra i protagonisti di quell'incisione:

D. Come nasce "Imaginary Solutions"?
R. Nasce innanzi tutto in un momento storico preciso. Avevo esordito già nell'elettronica dance come Amptek, ero reduce da un'esperienza di improvvisazione strutturata molto creativa e aperta alla contaminazione come Frammenti Di Caos, c'era questa sensazione che sul campo dell'elettronica fossero possibili miscelazioni di suoni e di stili che fino a quel momento non erano stati possibili . Ricordo che proposi a questi musicisti con i quali stavo collaborando di realizzare un disco collettivo in cui tentare di contaminarci stilisticamente, e quindi si trattò di un vero esperimento, un vero salto nel buio. Inoltre gli strumenti elettronici a disposizione non erano cosi evoluti, i computer potevano gestire soltanto dati MIDI, non si usava come oggi la registrazione su hard disk. Lo studio Eclectic aveva a disposizione strumenti di alta tecnologia a quei tempi un mixer digitale Yamaha 02R e i registratori digitali ADAT. Inoltre molti di noi possedevano individualmente dei campionatori che vennero utilizzati in vari step della lavorazione. Ma agglomerare suoni e parti strumentali di provenienze cosi diverse avveniva tramite registrazione su nastro ADAT e tagliare e cucire era molto più complicato.


D.Come vedi a distanza di tutto questo tempo quell'album?
R. Sento un suono ancora fresco e fuori dagli schemi. Fondamentalmente è un disco che ha due facce, da un lato c'è, a mio avviso, l'assenza di un obiettivo chiaro prefissato a monte che rende il suono del disco eterogeneo ma contemporaneamente ancora fresco e ricco di spunti interessanti per certi versi ancora da approfondire.


http://www.cdbaby.com/cd/entropia5