mercoledì 21 gennaio 2015

Live in Calcatronica: incontro con Nicola Alesini.....

Incontriamo Nicola Alesini, grande artista creativo italiano, autore di innumerevoli produzioni che vanta collaborazioni prestigiose che vanno da Glen Velez, Hans Joachim Roedelius (fondatore dei Cluster),David Sylvian, Roger Eno, David Torn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri, Claudio Lolli e che è protagonista di un disco con Entropia registrato dal vivo a Calcata (VT) suggestivo borgo medioevale a nord di Roma.



Nicola, sei stato descritto da un noto portale musicale come “Figlio delle sperimentazioni "oltre" il jazz degli anni 80”, una definizione che forse intende sottolineare come tu sia fra i protagonisti di un processo di contaminazione fra i generi di cui il jazz è solo uno dei gli elementi......
Penso di si. Perchè l'improvvisazione, lo strumento di cui faccio grande uso come mezzo espressivo e compositivo, è associata prevalentemente al jazz. Ma sappiamo che non è il jazz l'unica arte che ne fa uso. Non mi sono mai ritenuto un jazzista, in quanto non ne possiedo il fraseggio,.....la mia vuole essere poi una ricerca a 360 gradi.



Esiste una tradizione, che partendo dalle sperimentazioni elettriche di Miles Davis, attraverso gli anni 70, ha portato una serie di pionieri, penso a John Surman o a Jan Garbarek, a porre la questione del rapporto fra strumenti a fiato ed effettistica , originariamente concepita per le chitarre, echi e reverberi in primis, che divengono elementi chiave per determinare nuove modalità espressive....
Certamente i miei espliciti riferimenti sono Surman e Garbarek, ma ho attinto molto da Davis,da Hassell, come oggi da Molvaer. Senza l'Elettronica, intesa in modo esteso, certe modalità espressive sarebbero impensabili. Rappresenta una estensione del proprio suono, anche se io non amo, come altri, lo stravolgimento totale del suono del sax che deve essere, secondo me, comunque in primo piano. Ho passato una vita a cercarmi un suono mio e quindi....anche se devo ammettere che senza l'effettistica il mio "racconto" sarebbe molto più arduo e limitato.




Con l'elettronica e con le possibilità dei loop nella costruzione musicale e improvvisativa, ti stai confrontando da tempo, quali sono stati i tuoi primi tentativi in questa direzione.....
Sono partito, sul finire degli anni anni 80 con il farmi i loops direttamente "a mano" sovraincidendo più sax con il multitraccia per farmi basi che poi mi portavo nei live, o suonando io varie traccie con il POLY 800, mitico! Poi sono passato a batteria elettronica, oggi si direbbe linkata via midi con il POLY prima e poi con altri expander,....mi portavo dietro tante cose che pilotavo con la destra, mentre con la sinistra tenevo poche note di sax,.....Ma devo dire che non avendo ancora dimestichezza con il PC, continuo ad operare " a mano", smanettando varie sorgenti in cascata collegate ad un mixer. Passo così le notti a miscelare varie atmosfere, pensando intensamente a come far interagire il registrato con il mio futuro intervento di sax. Così poi mi porto dietro loops cangianti in un I-POD, ed interagisco con loro. Per quanto riguarda poi il trattamento dei sax ho cominciato con il Microverb I, il Lexicon LPX 5 come Harmonizer e Delay,.....ancora oggi prediligo una Elettronica Separata al PC,.....Poi ho scoperto il JAMMAN ed il mio mondo performativo ha avuto un decollo, soprattutto quando suono da solo.



il tuo ultimo album in solitario “Maria's Call” è una raccolta di istantanee solitarie che si avvalgono del supporto dell'elettronica....
Si è un punto di arrivo per quanto riguarda il rigore della essenzialità : Il sax "nudo" o quasi, solo con riverbero e delay e una elettronica come loops pre-registrati, delicatissimi ma molto elaborati. Come dei passepartout senza i quali il quadro non sarebbe realizzabile. Si potrebbe dire una elettronica preconfezionata.


Le tue collaborazioni sono state molteplici e hanno riguardato importanti artisti della musica creativa, ma anche veri e propri monumenti della storia della musica come Claudio Lolli..
Il poter mettere i miei sax ed miei loop al servizio della poesia è sempre stato per me una esigenza, come al servizio della danza e del teatro. Poter arrangiare un disco come LOVESONS di LOLLI è stato un punto di arrivo fondamentale, in un certo senso lo ritengo uno dei miei dischi (24),.....ne sono orgoglioso sia per la statura del cantautore-poeta che per il risultato.
Ricordo poi che nel '95 mandai da Sylvian tre loop fatti a mano, già confezionati, le chiamavamo basi allora, e lui ci ha composto sopra tre testi e linee melodiche,....




L'elettronica è una componente abituale della tua musica, la collaborazione con Entropia è nata all'insegna dell'improvvisazione ed è stata immediatamente pubblicata, c'è stata un'immediata convergenza sonora?
Dire convergenza sonora è poco! sono incontri pressocchè irripetibili. E' come se loro "mi aspettassero" ed io "apettassi" loro, per estendere la mia poetica, per un altro viaggio sonoro. Non ci siamo detti nulla, a Calcata, siamo partiti e via, ognuno con la propria esperienza alle spalle, con la voglia di viaggiare assieme, senza prevaricazioni, leaderismi,....come una tela da dipingere assieme. E poi la magia si è ripetuta all'Orion di Roma, con il fantastico supporto di Ugo Vantini alle percussioni elettroniche.
Allora abbiamo capito che possiamo "ricercare" ancora insieme. E' una ricerca, nella sensazione che siamo avanti, in una direzione di certo già battuta, ma, mi sembra, pregna di originalità.