Nicola, sei stato descritto da un noto portale musicale come “Figlio delle sperimentazioni "oltre" il jazz degli anni 80”, una definizione che forse intende sottolineare come tu sia fra i protagonisti di un processo di contaminazione fra i generi di cui il jazz è solo uno dei gli elementi......
Penso di si. Perchè
l'improvvisazione, lo strumento di cui faccio grande uso come mezzo
espressivo e compositivo, è associata prevalentemente al jazz. Ma
sappiamo che non è il jazz l'unica arte che ne fa uso. Non mi sono
mai ritenuto un jazzista, in quanto non ne possiedo il
fraseggio,.....la mia vuole essere poi una ricerca a 360 gradi.
Esiste una tradizione, che partendo
dalle sperimentazioni elettriche di Miles Davis, attraverso gli anni
70, ha portato una serie di pionieri, penso a John Surman o a Jan
Garbarek, a porre la questione del rapporto fra strumenti a fiato ed
effettistica , originariamente concepita per le chitarre, echi e
reverberi in primis, che divengono elementi chiave per determinare
nuove modalità espressive....
Certamente i miei espliciti
riferimenti sono Surman e Garbarek, ma ho attinto molto da Davis,da
Hassell, come oggi da Molvaer. Senza l'Elettronica, intesa in modo
esteso, certe modalità espressive sarebbero impensabili. Rappresenta
una estensione del proprio suono, anche se io non amo, come altri, lo
stravolgimento totale del suono del sax che deve essere, secondo me,
comunque in primo piano. Ho passato una vita a cercarmi un suono mio
e quindi....anche se devo ammettere che senza l'effettistica il mio
"racconto" sarebbe molto più arduo e limitato.
Con l'elettronica e con le
possibilità dei loop nella costruzione musicale e improvvisativa, ti
stai confrontando da tempo, quali sono stati i tuoi primi tentativi
in questa direzione.....
Sono partito, sul finire degli anni
anni 80 con il farmi i loops direttamente "a mano"
sovraincidendo più sax con il multitraccia per farmi basi che poi mi
portavo nei live, o suonando io varie traccie con il POLY 800,
mitico! Poi sono passato a batteria elettronica, oggi si direbbe
linkata via midi con il POLY prima e poi con altri expander,....mi
portavo dietro tante cose che pilotavo con la destra, mentre con la
sinistra tenevo poche note di sax,.....Ma devo dire che non avendo
ancora dimestichezza con il PC, continuo ad operare " a mano",
smanettando varie sorgenti in cascata collegate ad un mixer. Passo
così le notti a miscelare varie atmosfere, pensando intensamente a
come far interagire il registrato con il mio futuro intervento di
sax. Così poi mi porto dietro loops cangianti in un I-POD, ed
interagisco con loro. Per quanto riguarda poi il trattamento dei sax
ho cominciato con il Microverb I, il Lexicon LPX 5 come Harmonizer e
Delay,.....ancora oggi prediligo una Elettronica Separata al
PC,.....Poi ho scoperto il JAMMAN ed il mio mondo performativo ha
avuto un decollo, soprattutto quando suono da solo.
il tuo ultimo album in solitario
“Maria's Call” è una raccolta di istantanee solitarie che si
avvalgono del supporto dell'elettronica....
Si è un punto di arrivo per quanto
riguarda il rigore della essenzialità : Il sax "nudo" o
quasi, solo con riverbero e delay e una elettronica come loops
pre-registrati, delicatissimi ma molto elaborati. Come dei
passepartout senza i quali il quadro non sarebbe realizzabile. Si
potrebbe dire una elettronica preconfezionata.
Le tue collaborazioni sono state
molteplici e hanno riguardato importanti artisti della musica
creativa, ma anche veri e propri monumenti della storia della musica
come Claudio Lolli..
Il poter mettere i miei sax ed miei
loop al servizio della poesia è sempre stato per me una esigenza,
come al servizio della danza e del teatro. Poter arrangiare un disco
come LOVESONS di LOLLI è stato un punto di arrivo fondamentale, in
un certo senso lo ritengo uno dei miei dischi (24),.....ne sono
orgoglioso sia per la statura del cantautore-poeta che per il
risultato.
Ricordo poi che nel '95 mandai da
Sylvian tre loop fatti a mano, già confezionati, le chiamavamo basi
allora, e lui ci ha composto sopra tre testi e linee melodiche,....
L'elettronica è una componente
abituale della tua musica, la collaborazione con Entropia è nata
all'insegna dell'improvvisazione ed è stata immediatamente
pubblicata, c'è stata un'immediata convergenza sonora?
Dire convergenza sonora è poco! sono
incontri pressocchè irripetibili. E' come se loro "mi
aspettassero" ed io "apettassi" loro, per estendere la
mia poetica, per un altro viaggio sonoro. Non ci siamo detti nulla, a
Calcata, siamo partiti e via, ognuno con la propria esperienza alle
spalle, con la voglia di viaggiare assieme, senza prevaricazioni,
leaderismi,....come una tela da dipingere assieme. E poi la magia si
è ripetuta all'Orion di Roma, con il fantastico supporto di Ugo
Vantini alle percussioni elettroniche.
Allora abbiamo capito che possiamo
"ricercare" ancora insieme. E' una ricerca, nella
sensazione che siamo avanti, in una direzione di certo già battuta,
ma, mi sembra, pregna di originalità.